Voglio dedicare alcuni pensieri ad un figlio illustre di questa Palermo tanto maltrattata.
Il Maestro Ubaldo Mirabelli, fulgido esempio di vibrante umanità, eccelso insegnante, malinconico dissacratore e delizioso amico se n'è andato tre giorni fa.
Chi l'ha conosciuto non lo dimenticherà mai.
Ha regalato a piene mani gemme di elevata cultura, di saggezza, di leggiadra e sofisticata ironia, di passione, vitalità, ardore per l'arte, di consapevolezza, rigore, giocosità e serietà nobile.
E' stato uno dei migliori, se non il migliore Sovrintendente (1977-1995) che il Teatro Massimo abbia mai avuto. Quando c'era il "teatro senza teatro", cioè quando l'Opera fu trasferita al Politeama poichè il Teatro Massimo era chiuso.
Uno dei migliori Professori di Storia dell'Arte che un alunno possa desiderare (ed io ho avuto questa fortuna). Musicologo, saggista, poeta, giornalista, fine intellettuale.
In gioventù appartenente alla cerchia di intellettuali siciliani quali Francesco Orlando, Antonio Pasqualino, Gioacchino Lanza Tomasi, Francesco Agnello, dei quali a volte amava parlare. Amico anche di Sandro Paternostro, il giornalista della Rai, anche lui palermitano, col quale aveva diviso interessi e passioni di gioventù.
E soprattutto schietto, immediato, intuitivo.
Spesso fingeva sordità alle umane inutili dichiarazioni, o amava sorprendere leggendoti negli occhi i pensieri, prima che si formassero.
A chi lo ha conosciuto lascia montagne di ricordi, episodi come ricami preziosi di una vita vissuta attimo per attimo, quasi rubata all'oblio eterno.
sabato 5 luglio 2008
Il Maestro : Ubaldo Mirabelli
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3 commenti:
Alcune eccelse essenze umane si materializzano nella nostra dimensione solo per poter passare all'eternità lasciando una scia eterna di esperienze..
E' la vita.. purtroppo..
Belle parole, Kniendich. Forse hai ragione, era la materializzazione di una entità venuta da un'altra dimensione. Ateo convinto, paradossalmente incarnava doti che avevano del soprannaturale.
Ma era sorprendentemente UMANO.
Auguro a tutti di fare un incontro così importante durante il percorso della vita.
Dopo le vostre bellissime parole, le tue, Mossiere e quelle di Kniendich, non potrei aggiugere molto.
E ho ricordato anch'io un Maestro scomparso (Enrico Paribeni), che spiegava malissimo l'arte antica, non era didattico, ma possedeva la libertà di passare sopra ogni didascalia e lanciava frasi quali "e come quando un pezzo di carbone attraversato da elettricità genera un diamante, così noi abbiamo questa scultura".
Il tuo prof., caro Mossiere, deve averti lasciato dentro una firma indelebile, che hai saputo magistralmente restituirci in questa pagina. E immagino ve ne sia traccia anche nella tua vita e nella tua personalità.
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