Tutto nella storia si ripete, cambiando aspetto, modi e consequenzialità forse, ma non effetti.
Raramente nella storia dell'umanità si è evidenziata una novità assoluta.
Nel 2016, negli Oxford Dictionaries, troviamo la "post-verità" come parola dell'anno.
Dietro alla parola c'è però, soprattutto, la novità assoluta del contenuto: la post-verità è una affermazione non provata che fa affidamento sull’emotività invece che sul raziocinio.
Facile sarebbe etichettarla come fake.
La post-verità è certamente figlia della intenzione manipolatoria del singolo o della collettività.
E qui nasce il quesito, da sempre inserito tra i massimi sistemi, se sia nato prima l'uovo o la gallina:
è il singolo individuo che ha istruito la collettività alla manipolazione o la manipolazione nasce come fenomeno di massa, istigando e trascinando i singoli, indicando loro la via più breve alla deformazione della verità a proprio uso e consumo?
Fino a poco tempo fa ritenevamo la verità una unica entità, semplice ed incontrovertibile.
L'abbiamo poi vista man mano duplicarsi, triplicarsi, moltiplicarsi come in un caleidoscopio, rifrangersi e diventare miraggio, capovolgersi e diventare perversa, deformarsi, gonfiarsi e, ormai malata, ritorcersi su sè stessa.
Noi adesso non riconosciamo più le sue sembianze.
La post-verità ha preso il suo posto.
La verità è ormai preda di tanti giocolieri, danzatori che la coinvolgono in piroette, inchini, capovolte lasciandola talmente stordita da non reggersi più in piedi.
Nessuno riesce a discernere la differenza tra le due.
Ne consegue che i valori sono capovolti: le masse hanno paura di chi è intelligente e adorano gli stupidi. Come le masse possono ricercare seriamente e concretamente la verità, se essa spesso è difficile da comprendere e soprattutto complessa e faticosa da accettare?
Lo stupido invece adora la post-verità, una entità manipolabile, in cui non solo la verità non esiste, ma tutto è mutevole. Oggi è reale qualcosa che domani non lo sarà più e soprattutto nulla è degno di esser preso sul serio.
Ed a questo punto della visione del mondo intorno a sè, completamente distorta, che l'individuo si ammala e trascina con sè la massa.
Ed è per questo che ho perso, talvolta, la strada. La mia strada.
giovedì 16 gennaio 2020
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