Invito

...a tutti coloro che si son trovati, almeno una volta a fare la mossa del Cavallo.
Le mie storie, i miei racconti.

martedì 22 settembre 2020

Giochi di Strada (Vivere è Giocare e Giocare è Vivere)

 

Giochi di Strada - Peter Bruegel - 1560

Giocare era vivere, era una delle parti più importanti della giornata.

Giocare era bello, sano, costruttivo. In strada era molto più bello e avventuroso.

Rispettavi le regole, ti mettevi alla prova, ricevevi un premio. Imparavi a vincere ed a perdere.

Dimenticavi ogni altro argomento, ogni altra occupazione.

Tenevi allenato corpo e mente in una sfida fisica, di potenza e resistenza, di tattica, di logica, di memoria.

Chi ha giocato con i “carrettini”, piccoli trabiccoli con le ruote con cui lanciarsi a velocità su strade in discesa,  sa che le sfide erano anche abbastanza pericolose. Un grande allenamento alla vita. Giocare a “mosca cieca”, a “quattro cantoni” (si gioca difendendo la postazione di uno dei  4 cantoni, altrimenti si perde il posto e si finisce al centro), a “palla prigioniera”, a “palla avvelenata”, a “nascondino”, a “sciancateddu” (che io chiamavo a “saltare”, perché non conoscevo il nome di questo antichissimo gioco in cui si salta tra le caselle di un percorso disegnato a terra) ti stimolava la velocità di reazione, l’attenzione, la strategia, le alleanze con i compagni, ma anche la respirazione, l’allenamento cardiaco, il metabolismo.

E soprattutto ti sporcavi!!

Che gioia poter muoversi in libertà, cadere per terra, strofinare le mani sui vestiti o in faccia, toccare la strada (e la sua durezza!), la terra, le piante, il fango senza limiti. Spingere i compagni, litigare e fare pace, nascondersi in anfratti, tenersi per mano, aiutarsi a saltare, abbracciarsi, festeggiare!

 


mercoledì 20 maggio 2020

La sindrome da stress post-traumatico di un intero popolo

Ai gestori del Potere (lettera immaginaria)

Carissimi… Mi chiedevo poco fa se ciascuno di voi ha figli. Mi chiedevo se li educate come fate con il popolo italiano, se gestite i vostri rapporti con loro in modo da tenerli sempre sul filo di un rasoio, così come state facendo con la povera gente italica. Dopo questo periodo di quarantena agli arresti domiciliari moltissimi di noi avranno tutti i sintomi della sindrome post traumatica, quella stessa di cui soffre chi è stato in balia di un manipolatore perverso. Dover sottostare a provvedimenti che cambiano nel giro di pochi giorni e spesso con differenze più o meno importanti tra le varie regioni, sottopone chiunque ad un logorio mentale già abbastanza impegnativo. Il timore poi di pesanti ripercussioni economiche (le multe salatissime!) nel caso in cui si commetta un errore, è devastante, soprattutto per chi dispone di poche risorse e non riesce a mettere insieme il pranzo con la cena. Avere visto che le Forze dell’Ordine sono improvvisamente diventate i controllori del territorio che non sono mai stati ha colto tutti di sorpresa. Aver verificato poi che qualcuno ha approfittato del momento di confusione per affermarsi con gesti di potere non adeguati ad una situazione di “malattia” dello Stato, situazione nella quale sarebbe stato più consono agire come un padre di famiglia, autorevole ma non autoritario, né mai prevaricante, è stato ancor più shock-ante.
Nessuno si è comportato col “buon senso del padre di famiglia” e quindi i figli di questa Italia, lungi dal sentirsi responsabilizzati ed incoraggiati quando si gestiscono correttamente, vengono redarguiti random e a volte senza comprenderne pienamente le motivazioni. Lungi dall'essere un popolo educato responsabilmente che affronta il momento di crisi con la mente lucida e con maturità, vi ritroverete una popolazione disordinata e caotica in cui la maggioranza (che avrà subito maggiormente lo stress della vostra manipolazione) avrà comportamenti immaturi come quelli di un adolescente che deve ribadire la propria autonomia e la propria diversità rispetto ad un genitore autoritario e poco motivante. Un genitore, lo Stato Italiano, che svaluta il proprio popolo e che cerca di gestirlo a proprio piacimento per il proprio unico tornaconto.


lunedì 30 marzo 2020

Silenzio!

Minuti come fiocchi di neve
scendono lenti
riempono l'aria lieve
senza venti.
Silenzio!
E' tempo di tacere,
solidi come olivi,
stabili nel volere.
Alberi forti
dai piedi pesanti
e ramoscelli verdi
fluttuanti.


domenica 16 febbraio 2020

Fuori è silenzio

Fuori è silenzio
Tace la bocca, tacciono gli oggetti , ferma è l'azione e tutto intorno a te abbassa i toni, sembra dormire in una sognante siesta.
Piccolo si fa strada un giovane pensiero, un germoglio vitale, curioso e saltellante tra i passi inconsueti di un percorso originale.
Fuori è ancora silenzio. 
Tace il rumore, tace il baccano e lascia spazio al dialogo interiore, che cresce nella quiete e lì trova i suoi incroci e i suoi sentieri inesplorati.
Fuori è sempre silenzio. 
Un silenzio incantato e soffice. 
Nasce da questa levità il tuo progetto solido, sviluppa i suoi dettagli nella calma dell'introspezione, della ricerca, della chiara valutazione e cresce nella tua libertà e nella verità che il silenzio, solo il silenzio ti può dare. 

sabato 15 febbraio 2020

J.S.

E' muto l'incanto della tua scoperta,
un prodigio giocoso ed avvolgente
nel vivido turbinio delle emozioni.
I tuoi raggi di luce volteggiano alti
creando cerchi in una danza, sull'aria leggera.
Volare è facile, il tuo caldo vento mi sostiene.


giovedì 16 gennaio 2020

Ho perso, talvolta, la strada

Tutto nella storia si ripete, cambiando aspetto, modi e consequenzialità forse, ma non effetti.
Raramente nella storia dell'umanità si è evidenziata una novità assoluta.
Nel 2016, negli Oxford Dictionaries, troviamo la "post-verità" come parola dell'anno.
Dietro alla parola c'è però, soprattutto, la novità assoluta del contenuto: la post-verità è una affermazione non provata che fa affidamento sull’emotività invece che sul raziocinio.
Facile sarebbe etichettarla come fake.
La post-verità è certamente figlia della intenzione manipolatoria del singolo o della collettività.
E qui nasce il quesito, da sempre inserito tra i massimi sistemi, se sia nato prima l'uovo o la gallina:
è il singolo individuo che ha istruito la collettività alla manipolazione o la manipolazione nasce come fenomeno di massa, istigando e trascinando i singoli, indicando loro la via più breve alla deformazione della verità a proprio uso e consumo?
Fino a poco tempo fa ritenevamo la verità una unica entità, semplice ed incontrovertibile.
L'abbiamo poi vista man mano duplicarsi, triplicarsi, moltiplicarsi come in un caleidoscopio, rifrangersi e diventare miraggio, capovolgersi e diventare perversa, deformarsi, gonfiarsi e, ormai malata, ritorcersi su sè stessa.

Noi adesso non riconosciamo più le sue sembianze.
La post-verità ha preso il suo posto.
La verità è ormai preda di tanti giocolieri, danzatori che la coinvolgono in piroette, inchini, capovolte lasciandola talmente stordita da non reggersi più in piedi.
Nessuno riesce a discernere la differenza tra le due.

Ne consegue che i valori sono capovolti: le masse hanno paura di chi è intelligente e adorano gli stupidi. Come le masse possono ricercare seriamente e concretamente la verità, se essa spesso è difficile da comprendere e soprattutto complessa e faticosa da accettare?
Lo stupido invece adora la post-verità, una entità manipolabile, in cui non solo la verità non esiste, ma tutto è mutevole. Oggi è reale qualcosa che domani non lo sarà più e soprattutto nulla è degno di esser preso sul serio.
Ed a questo punto della visione del mondo intorno a sè, completamente distorta, che l'individuo si ammala e trascina con sè la massa.

Ed è per questo che ho perso, talvolta, la strada. La mia strada.




giovedì 26 dicembre 2019

Intermezzo di rime (21.01.12)

Notte di folate, 
di sensi e di presenze, 
notte di immagini fugaci, 
di pensieri inefficaci, 
di ricordi non richiesti 
su giochini poco onesti, 
di speranze o supergiù 
in cui tu non ci sei più... 

Intermezzo di rime (21.01.12)

Sera di pensieri e di dimenticati umori, 
sera di spifferi e di intese, 
di un amor non cortese, 
di risoluzioni vigili e di indirizzi lucidi, 
di evasioni immaginifiche e futuri avventurosi... 
di angoli bui in cui non più riposi

Intermezzo di rime (22.01.12)

Giorni di volontà e benevolenze, 
giorni di confronti e di indulgenze, 
di simpatiche mimesi e sconfinati propositi, 
di giochi incostanti e bizzarri simposi... 
di luci affascinanti e, controcorrenti, sagge falene sfuggenti.

Intermezzo di rime (22.01.12)

Notte di fuochi e scintille, 
di intime sonorità e note scandite, 
di viaggi cosmici e silenti incognìte, 
di voli leggeri e soste d'incanto. 
Notti senza pianto

Intermezzo di rime (09.02.12)

Isole di pensieri come fumetti, 
dialoghi imperfetti, 
passi irregolari ed insicuri, 
rifugi scuri.
Fragilità svelate, 

morbide interiorità, 
gusci impenetrabili, 
immaginate virtù, 
vita sospesa a fili che, incomprensibilmente, scelgono di andare... ora sù, ora giù.

Intermezzo di rime (10.02.12)

Nel vento
su un setaccio fitto
fermo tracce di te
per sentirti imminente.

Pillola (16.02.12)

Lentamente invasa da un sentire intenso che comincia a pochi metri da te.

Pillola (17.02.12)

Imperdonabile errore: dare a qualcuno ciò che chiede.

Pillola (18.02.12)

La tua stanza dei giocattoli:
puoi guardarla con gli occhi incantati
e vestire le bambole splendidamente
puoi vederla con gli occhi amari
e spogliare le bambole oscenamente.

Intermezzo di rime (21.02.12)

Vivo di me, delle mie aurore e dei miei tramonti,
navigo dentro episodi custoditi come scrigni, tra i ricordi,
e mi consumo per nuvole indecise bisognevoli di un anelito del Tuo calore.

Intermezzo di rime (22.02.12)

Nel vento
su un setaccio lasco
sposto cocci di te
per sentirti distante.

Intermezzo di rime (22.02.12)

E cerco le parole dentro un cappello
per sentire meno male
per lasciare in acqua il sale
del tuo gusto rovinato.

Pillola (26.02.12)

Eppure splendi e riscaldi
e piano ti fai strada tra gli spazi
fondendo i bordi
smussando i confini
mutando in vita ciò che, inesorabilmente, avanzava in senso inverso.
Sole.

Pillola - Effimeri (03.03.12)

La nostra corsa, la nostra tensione ad amare e ad essere amati in mezzo a conflitti di ogni sorta incuranti di conferme, distacchi, deviazioni, disfatte e infinite trappole tra realtà e finzione non avendo ben chiaro spesso cosa vogliamo o se in fondo giochiamo... dicevo quindi.. tutto l'amore dato e voluto, ha un grande immenso unico scopo... consentirci di dimenticare, in quegli attimi in cui ci sentiamo indispensabili ed eterni, che siamo invece atrocemente effimeri.